Parlare di Fausto Andi significa immergersi in un universo di pensiero profondo e vitale. A Moriano, nell'Oltrepò Pavese, la sua cantina è un luogo dove tradizione e innovazione danzano insieme. Con radici che affondano nel XVII secolo, Andi è più di un vignaiolo: è un pensatore, un alchimista della terra.
Tra i suoi capolavori c’è La Creatura, un orange wine che sfida il tempo e i confini geografici. Realizzato esclusivamente con un’antica varietà georgiana impiantata vent’anni fa, questo vino racconta la storia di un’uva lontana e delle mani che l’hanno accolta in un nuovo mondo.
Chi è Fausto Andi?
Fausto Andi non è solo un vignaiolo. È un uomo che dialoga con la terra, osserva, ascolta e reinventa. La sua famiglia coltiva la vite da secoli, ma Fausto ha tracciato un percorso unico. Ha abbandonato rame e zolfo, cercando un’agricoltura che non corregge la natura, ma la accompagna.
Con il figlio Augusto, ha trasformato la loro azienda in un laboratorio vivo, dove la sperimentazione incontra la tradizione. E così ogni vino è una risposta a una domanda mai posta prima, un invito a scoprire qualcosa di nuovo.
La Creatura: la sfida alla convenzione
La Creatura non si conforma: è un vino che riflette la visione di Andi, un compromesso tra radici antiche e intuizioni moderne. Questo orange wine nasce da una lunga macerazione sulle bucce – sei, a volte otto mesi – un processo che gli regala struttura, profondità e quel colore ambrato che richiama certi Pinot Grigi ramati.
La macerazione sulle bucce non è un semplice passaggio tecnico: è il cuore pulsante di questo vino. Significa lasciare che il mosto dialoghi con le bucce, permettendo agli aromi e ai tannini di emergere e arricchire ogni sorso. Qui non si tratta di seguire regole, ma di lasciar parlare la materia prima.
Una curiosità interessante è riportata in retroetichetta: “Questo vino durante il periodo di maturazione è stato mantenuto in ambiente frequenziato con frequenze armoniche. Questa pratica contribuisce alla riduzione degli effetti negativi generati dalle lavorazioni sul prodotto.”
Ma cosa significa, esattamente? Dal punto di vista fisico, le frequenze armoniche sono vibrazioni che si ritiene possano influire positivamente sulla struttura molecolare di una sostanza. L’idea si basa sul principio che la materia, inclusi i liquidi come il vino, risponde a stimoli vibrazionali, i quali potrebbero contribuire a migliorare l’equilibrio e la stabilità del prodotto. Pur non essendo una pratica tradizionale, questa scelta si colloca perfettamente nell’approccio sperimentale e fuori dagli schemi di Andi. Approcci analoghi sono saliti alla ribalta della cronaca anche nelle produzioni brassicole.
Note di degustazione
Nel calice, La Creatura brilla con un colore ambrato luminoso, attraversato da sfumature ramate che incantano l’occhio. Al naso, il bouquet si rivela complesso e sfuggente: pesca matura, nocciola, erbe aromatiche e un accenno di scorza d’agrume. L’acidità quasi citrina, in perfetta coerenza gusto-olfattiva, conferisce freschezza e vivacità, rendendo ogni sorso un’esperienza vibrante.
In bocca, il vino si fa strada con potenza e avvolgenza. La trama tannica, inusuale per un bianco, sostiene una persistenza straordinaria. Non è un vino che si lascia dimenticare: evolve, cambia, ti invita a riscoprirlo sorso dopo sorso fino a quando il calice non è , ahimè, troppo presto vuoto.
Fausto Andi racconta brevemente “La Creatura”
Abbinamenti e momenti
La Creatura non è un vino da bere distrattamente. Richiede attenzione, silenzio, forse anche una certa dose di curiosità. Si sposa magnificamente con piatti complessi: formaggi stagionati, carni bianche in salsa, piatti a base di funghi. E per chi ama osare, è il compagno ideale per la cucina asiatica, dove spezie e sapori forti trovano un contrappunto armonico nella sua complessità.
Ma può essere anche un vino da meditazione, da gustare lentamente, lasciando che racconti la sua storia a chi ha tempo e voglia di ascoltarlo.
Un vino che racconta
La Creatura non vuole impressionare, non cerca applausi. È un vino che chiede di essere compreso. Dietro ogni sorso c’è il lavoro di una famiglia, la voce di una terra, il coraggio di andare controcorrente. È un dialogo aperto tra il passato e il futuro, tra la Georgia e l’Oltrepò, tra l’uomo e la natura.
In un mondo che spesso si affanna a correre, La Creatura invita a fermarsi, ad assaporare, a riflettere. Non è solo un vino, ma un incontro. E forse, un po’, anche una rivelazione.
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